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San Giobbe al debutto. Domenica la prima al PalaDozza contro la Effe

Conferenza stampa di presentazione della prima partita del campionato di Serie A2 Old Wild West 23/24 che vedrà l’Umana San Giobbe di scena al PalaDozza contro la Fortitudo Bologna. La sfida, arbitrata dai signori Moretti, Attard, Doronin, è in programma per domenica 1 ottobre alle ore 18.00 e sarà il battesimo di fuoco del torneo per la formazione biancorossa. A parlarne il capo allenatore della San Giobbe, Giovanni Bassi.

Come è andata la settimana? La squadra è pronta all’esordio? “Ho visto entusiasmo e voglia di iniziare in un posto magico della nostra pallacanestro come il PalaDozza. Ci sono tutti gli ingredienti per essere carichi. Siamo ovviamente a conoscenza del valore del nostro avversario, ma andremo a Bologna per competere”. 

Cosa si può dire del precampionato? Qual è il bilancio del primo mese e mezzo di lavoro? “I ragazzi si sono messi a disposizione fin dal primo giorno con grande voglia di fare. Siamo molto giovani e dobbiamo lavorare tanto; nemmeno noi abbiamo idea di chi siamo veramente però, partendo da questi presupposti, tutto è più facile. Peccato aver avuto tanti problemi fisici. Non siamo riusciti a giocare nessuna partita del precampionato al completo e questo aspetto ci insinua qualche dubbio. Speriamo di recuperare qualcuno per domenica perché sarebbe fondamentale. Questa squadra però deve essere valutata tra qualche mese”.

Sarà un campionato complicatissimo, quali sono gli obiettivi? “Il discorso è semplice e complesso al tempo stesso. Ci sono ventiquattro squadre e di queste, quattordici, stando bassi, vogliono vincere il campionato. Il fatto è che solo in due potranno riuscirci. Noi non siamo tra le quattordici e in più dobbiamo considerare che ci saranno sei retrocessioni. Quindi direi che se raggiungessimo la salvezza potremmo stappare una bottiglia di quelle buone. 

Iniziare al PalaDozza è considerabile il miglior avvio possibile? Per stimoli e qualità del palcoscenico. “Il palcoscenico è il migliore d’Italia, siamo molto stimolati, è un posto meraviglioso dove giocare. Non vediamo l’ora sia domenica. Poi al momento della palla a due cercheremo di rendere il più difficile possibile la vita alla Effe”. 

Che tipo di squadra è la Fortitudo? Di fronte, tra gli altri, l’ex Riccardo Bolpin. “Una squadra molto cambiata nonostante le conferme di anno scorso. Hanno un grandissimo allenatore come Caja che sta già dando la propria impronta. Un roster grosso, specialmente rispetto a noi, quindi una delle chiavi sarà cercare di sopperire al gap fisico che abbiamo nei loro confronti. Una squadra esperta che muove bene la palla e difende forte; sarà importante non subire troppo a inizio partita. Ritroveremo Riccardo, spero possa essere una grande stagione per lui perché se lo merita”. 

Che tipo di partita è lecito aspettarsi? “In questa fase le squadre si stanno ancora costruendo anche se loro hanno un’identità ben chiara. Noi stiamo cercando di capire chi siamo. Sarà fondamentale l’approccio; se ci faremo travolgere all’inizio poi sarà dura. Al contrario, se scenderemo in campo decisi e concentrati poi potremo provare a stare in scia per tutti i quaranta minuti”.

Terzo anno di A2 per la San Giobbe targata Bassi. Quali differenze tra i tre roster? “Nel primo anno avevo tanti miei pretoriani amalgamati a veterani importanti per il percorso. L’anno scorso, invece, la squadra ha avuto tanti problemi fisici e profondi cambiamenti nel corso della stagione. Difficile giudicare. Non siamo mai riusciti a trovare la vera identità pur arrivando ai playoff. Questa cosa la hanno sottolineata in pochissimi. Adesso abbiamo un roster giovanissimo che affronterà probabilmente l’A2 più competitiva degli ultimi quindici-venti anni. Dovremo stare calmi nei momenti difficili e cercare di crescere mese dopo mese, ma sono contento perché, venendo dal lavoro con il settore giovanile, mi trovo bene ad allenare squadre di questo tipo. La parte che più mi affascina del mio lavoro è costruire qualcosa; mi stimola poter lavorare con questo gruppo. Ovviamente piedi ben piantati per terra perché il campionato è di un livello incredibile. Se tutti siamo consapevoli di chi siamo possiamo lavorare bene. Le aspettative straordinarie devono essere esclusivamente quelle di lavorare tanto”.